Il Forum mondiale delle cooperative vitivinicole ha fornito un dato inattaccabile: il 60% della produzione vitivinicola del globo scaturisce dalla cooperazione. Se ne è dibattuto in Spagna, a Ciudad Real, dove tra i vari relatori convenuti è emersa la necessità di fare rete per tenere il passo del mercato. La platea si è interrogata su quale sarà il futuro del mondo del vino, sulle prossime tendenze, su quali saranno i mercati più promettenti: da qui la necessità (ovvero, opportunità) di stringere alleanze per accorciare la filiera e garantire ai produttori introiti congrui e proporzionati allo sforzo. Un dato che fa riflettere e che oltre il 40% del vino mondiale si consuma in un Paese diverso da quello d’origine. Tradotto in pratica, significa che nazioni di grandi tradizioni nel vino, quali Italia, Francia e Spagna, stanno facendo registrare una flessione dei consumi, proprio mentre nazioni che non producono, ma consumano, stanno entrando nel mercato mondiale. E riallacciandosi a tema delle esportazioni è stata attivata una task force a Bruxelles per cercare per sviluppare al meglio le potenzialità offerte dal canale e-commerce, fino ad oggi limitato da problemi fiscali tra gli Stati membri. Ma il Forum non ha vissuto solo di numeri. Ad esempio c’è stato un interessante approfondimento sulla pratica dello zuccheraggio, ammessa dalla normativa dell’Unione europea, ma non troppo digerita dal mondo cooperativo, convinto che una tale concessione generi una distorsione della concorrenza tra i produttori che utilizzano mosto concentrato e mosto concentrato rettificato e quelli, invece, che ricorrono allo zucchero per aumentare la gradazione alcolica del vino. Infine, si è discusso anche di sostenibilità economica ed ambientale. La quarta edizione del Forum si terrà il prossimo anno a Mendoza, in Argentina.