I primi germogli, da Giambattista Vico ai nostri vigneti, per un anno di coccole

Ricordiamo tutti la teoria dei Corsi e ricorsi storici, secondo la quale gli accadimenti si ripetono ciclicamente grazie a circostanze, a volte intangibili, come ad esempio la “Divina provvidenza”.
La nostra vita è zeppa di frasi che, come dialettiche pietre miliari, normalmente ripetiamo:
“Siamo alla fine di un ciclo”,  “Il cerchio si chiude” e così via.
La vita è davvero paragonabile ad una ruota in continuo movimento, che da diversi milioni di anni vede l’uomo nascere rigenerarsi e morire, lasciando un ricordo più o meno lungo a seconda della grandezza dell’impronta che lascia.
Un segno tracciato, che se ben fatto, viene calcato dagli altri come un fertile solco nel quale proseguire, coltivandovi, se è il caso, qualcosa di proprio.
La nostra esistenza, tra frasi fatte e metafore, nella fattispecie enologica, porta dalla vita alla vite, evidenziando il forte legame che c’è fra noi e questa umile e fruttuosa pianta.
La vita è un continuo fluire, come la linfa per la vitis vinifera.
Quel taglio invernale che sembra una mutilazione, al contrario lascia dormire in pace la vigna, ormai priva del superfluo.
Con i primi caldi, ecco le tenere foglioline, esplosione di vita, precorritrici di tutto ciò che verrà in seguito.
Grazie ad esse e alla fotosintesi che riusciranno a realizzare, abbondanti saranno i frutti e meraviglioso sarà il vino che ne verrà fuori.
La foglia sarà il catalizzatore che unirà le forze della terra, dell’aria e del sole, permettendo la magica composizione degli elementi che confluiranno nei grappoli e quindi negli acini, custodi di un prezioso nettare, che l’abile mano dell’enologo successivamente trasformerà.
Lo farà senza tanti problemi se in vigna il lavoro sarà stato eseguito nel migliore dei modi.
Le forze della natura sono ingredienti a nostra disposizione e starà all’uomo trarne ogni volta il massimo del beneficio.
Gli elementi sono intorno a noi e coglierne l’essenza è un dovere ed un piacere per il laborioso vignaiolo.
I primi germogli generano infinite sensazioni nei cuori dei produttori, loro che d’inverno hanno calcato un po’ meno i terreni occupandosi del lavoro in cantina.
Il tornarci è una meravigliosa sorpresa, anche per il curioso passante che si sofferma a riflettere su quanto possa essere prezioso un timido e delicato bocciolo.
La vita è questa e la vite non è da meno, un crogiolo di emozioni da adesso fino al sorso del vino, risultato finale di una coccola lunga un’intera stagione.

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