Il mondo dell’olio merita un spazio a sé, uno spazio che si è conquistato per il fatto di essere buono, nutriente e medicamentoso. L’olio extravergine d’oliva è il principe dei condimenti, ma purtroppo è anche il grande sconosciuto della nostra tavola. In effetti il pubblico dei consumatori è all’oscuro delle più elementari accortezze sia per la sua scelta sia per la sua conservazione in cucina. I negozi e i supermercati, questi ultimi ormai dominatori della vendita dei prodotti al dettaglio, non fanno certo informazione, ma vendono in base ad un mero criterio economico, senza curarsi di vendere un prodotto salubre e di qualità.
Meno male che esistono le D.O.P. (Denominazione di Origine Protetta) e le I.G.P. (Indicazione di Origine Protetta), esse infatti garantiscono i luoghi di origine degli oliveti, il corretto allevamento delle piante e la trasformazione ideale delle olive. Severi sono i controlli durante ogni fase, anche nelle analisi degli oli ottenuti, in modo che anche l’aspetto organolettico e nutrizionale sia tenuto sotto stretta osservazione.
Un olio IGP e DOP è per questo motivo un olio sicuro e garantito ed il consumatore può fare una scelta tranquilla, garantendo per sé e per i componenti della sua famiglia il giusto apporto di nutrienti.
L’olio extravergine d’oliva a denominazione protetta ha un valore assoluto, dovuto innanzitutto a riscontri chimici oggettivi e a certificazioni di salubrità assegnati da Panel di degustatori che ne attribuiscono un valore in termini organolettici. Un altro valore intrinseco è dato dal fatto che gli oli certificati raccontano un territorio preciso, individuabile e unico per bellezza e caratteristiche. In questo modo un olio è anche l’espressione del territorio nel quale viene prodotto e del valore umano delle persone che lo producono. Sapere che dietro una bottiglia c’è un produttore identificabile, con una propria storia ed un suo terreno, coltivato con le sue energie, rassicura il consumatore e lo porta a considerare preziosa quella bottiglia aumentandone la percezione di salubrità ed invitandolo ad un consumo consapevole.
La certificazione diventa quindi un motivo di crescita per entrambi ed un reciproco apprezzamento.
Al contrario, in territori dove non vi è certificazione e dove non ci sono controlli, si innesca una parabola negativa che porta alla esasperazione delle colture, finalizzate quindi solo al tornaconto economico, allo scempio del territorio e alla sistematica messa in atto di molteplici procedimenti, a volte illegali, per accrescere la quantità senza tener conto della qualità.
Il consiglio è puntare sempre su oli certificati, provenienti dal territorio italiano e, se possibile, solo quelli dei quali si conosce davvero la storia, che non può che partire da un terreno perfetto, passando per un produttore onesto ed un oliva sana, arrivando di conseguenza ad un olio extravergine di estrema qualità.